domenica 13 marzo 2016

LIQUORE DI GIUGGIOLE

Premessa
Il giuggiolo è un albero da frutto della famiglia delle Rhamnaceae, originario della Cina.
Il frutto è marrone, di forma ovale e matura nei mesi di settembre-ottobre. Quando viene raccolto è immaturo e presenta una buccia liscia e una polpa croccante, dal sapore dolce e leggermente acidulo; quando raggiunge la piena maturazione ha una buccia raggrinzita e la consistenza e il sapore ricordano quelli del dattero.

Proprietà benefiche e terapeutiche
Nella medicina orientale le giuggiole hanno proprietà antidepressive, calmanti e sedative, dovute ai saponosidi contenuti. Inoltre alleggeriscono i sintomi legati all'affaticamento fisico.
Hanno un leggero effetto lassativo grazie alla presenza di antrachinoni.
L'estratto ha effetto calmante negli stati di infiammazione di gola e intestino ed è un valido aiuto nella cura e prevenzione degli stati influenzali.
Inoltre è utile in caso di asma e allergie delle vie respiratorie, in quanto ha proprietà espettoranti ed emollienti.

Usi alimentari
Le giuggiole possono essere consumate fresche, sotto forma di marmellata e liquore.


Ricetta del liquore alle giuggiole
Occorrente:
500 ml alcool puro 95°
500 ml acqua (per lo sciroppo)
500 g. zucchero (per lo sciroppo)
zucchero qb
giuggiole qb

Prendere un bel barattolo grande, tipo quello delle "4 stagioni" e riempitelo di giuggiole precedentemente lavate.
Coprire completamente le giuggiole con lo zucchero, sbattendo il barattolo al fine di eliminare ogni spazio d'aria.
Chiudere ermeticamente e lasciare fuori al sole per circa un mese, ricordandosi di girare il vaso ogni 4-5 giorni in modo che tutti i lati prendano la luce solare diretta.
Passato questo periodo trasferire il barattolo in casa, in un luogo fresco e possibilmente buio, per altri 4 mesi.
Scaduto tale il termine sarà giunto il momento di passare al sodo:
preparare uno sciroppo con 500 ml di acqua e 500 g di zucchero. Io lo preparo col Bimby: 5 min, 100° vel 2. Lasciare raffreddare.
Prendere il barattolo di giuggiole e trasferire l'interno in un barattolo più grande, in modo che giuggiole e liquido formatosi lo riempiano a metà. Rovesciare alcool e sciroppo in parti uguali, mescolare, chiudere bene e lasciare riposare in luogo fresco per un altro mese.
Al termine di tutta questa operazione potrete finalmente gustarvi un ottimo digestivo con tanto di giuggiola liquorosa per completare il pasto al meglio!

giovedì 8 maggio 2014

DECALOGO della PIADINA


1.    Non avrai altro companatico all'infuori della piadina.

2.    Non metterai altro formaggio all'infuori dello squacquerone.   


3.    Non nominare la piadina invano, mangiala e basta.


4.    Ricordati di santificare le feste mangiando piadina.


5.    Onora il padre e la madre affinché ti preparino la piadina ogni giorno.


6.    Non scaldare il ripieno della piadina.


7.    Non commettere atti impuri usando olio d'oliva o burro al posto dello strutto.


8.    Non rubare la piadina ad altri.


9.    Non desiderare di assaggiare la piadina d'altri.


10.   Condividi la piadina con il tuo prossimo.


mercoledì 7 maggio 2014

L'alimentazione del gatto

ALIMENTI  COMUNI TOSSICI PER I GATTI  E DA EVITARE ASSOLUTAMENTE:

-    Cioccolata, cacao, tè e caffè : contengono stimolanti (teina, teobromina e caffeina) che possono incidere su cuore e sistema nervoso e causare anche la morte.
-    Bevande alcooliche: possono causare intossicazione, coma e morte.
-    Cipolle, erba cipollina, aglio e tutti gli alimenti che ne contengono, anche in polvere, compresi gli omogeneizzati per bambini  (crudo, cotto, o in polvere) contengono solfossidi e disolfuri, che possono danneggiare i globuli rossi e provocare anemia. I gatti sono più sensibili dei cani a queste sostanze.
-    Uva e Uva passa: contiene una tossina ancora poco conosciuta e molto dannosa per i reni.
-    Prodotti con xilitolo: usato come dolcificante in molti prodotti, tra cui gomme, caramelle, prodotti da forno e dentifricio. Nei nostri animali induce il rilascio di insulina, che può portare ad insufficienza epatica entro pochi giorni. L’aumento di insulina causa ipoglicemia (bassi livelli di zucchero nel sangue). I segni di tossicità includono vomito, letargia, perdita di coordinazione e, nei casi avanzati, convulsioni.
-    Ritagli di grasso, lardo o fritture: favoriscono l’insorgere di pancreatite
-    Ossa e lische di pesce: soprattutto cotte, tendono a sminuzzarsi e causare l’ostruzione o la lacerazione del sistema digestivo. Questi piccoli ossicini possono anche rimanere in gola e causare ascessi che devono essere trattati chirurgicamente.
-    Cibi ammuffiti o scaduti: possono intossicare anche in modo grave e danneggiare gli organi interni
-    Spezie
-    Uova crude: contengono un enzima chiamato avidina, che riduce l’assorbimento di biotina (una vitamina B). Questo può portare a problemi al pelo. Le uova crude possono anche contenere la salmonella.
-    Dolci: contengono zuccheri e grassi possono portare ad obesità, problemi ai denti, e, eventualmente, diabete.
-    Integratori vitaminici: Somministrare integratori vitaminici (soprattutto se umani e contenenti ferro, oppure quelli con vitamina A e D) , senza il controllo veterinario, a soggetti che si cibano di alimenti equilibrati già correttamente integrati possono indurre patologie da accumulo anche molto serie. Possono indurre patologie urinarie come la formazione di cristalli e calcoli.
-    Agrumi (o alimenti conditi con limone): possono provocare conati di vomito.
-    Avocado: le foglie, il frutto, i semi e la corteccia di avocado contengono una sostanza, la persina, che è innocua per le persone ma molto tossica per gli animali, nei quali può causare avvelenamento.
-    Noci di macadamia:  sono comunemente utilizzate in molti biscotti e dolciumi. Possono causare tossicità i cui sintomi consistono in debolezza, depressione, vomito, tremori e ipertermia.
-    Parti verdi di pomodori, patate e peperone in quanto contengono la solanina velenosa.
-    Insaccati e  maiale crudo.
-    Funghi, ovviamente in particolar modo quelli non edibili per l’uomo, possono contenere sostanze tossiche e provocare la morte del gatto
- Patate crude, fagiolini crudi,
- Spinaci, rape rosse, prezzemolo, bietola, che contengono più acido oxal rispetto ad altre verdure. Non sono consigliabili.
- Erbe e altri integratori come yucca, aloe vera, ginseng
Questi integratori non bisognerebbe darli senza una ragione valida. Molte erbe contengono degli oli essenziali che sono velenosi per i gatti.



EVITARE GRANDI QUANTITA’ DI:

-    Sale : alimenti molto salati causano problemi renali precoci, scompensi elettrolitici, disidratazione e anche morte.
-   Latte e prodotti lattiero-caseari: benché piacciano molto ai gatti possono essere scarsamente digeriti. Meglio non somministrare affatto il latte, poiché dopo lo svezzamento i gatti perdono l’enzima capace di digerire il lattosio, quindi la più comune conseguenza dell’assunzione di latte nei gatti è la diarrea… Se proprio il latte è adorato dal vostro micio ci sono in commercio le confezioni apposta a basso contenuto di lattosio.
-    Cibo per cani : se l’ingestione è accidentale e avviene una tantum, non causerà problema, ma se diventa la dieta tipica del gatto  è anch'esso sbilanciato, carente di proteine per quantità e qualità e può causare malnutrizione e problemi di vario tipo. Sono troppo poveri di proteine e di grassi e troppo ricchi di amido, oltre a contenere troppa poca taurina.
-    Carboidrati: evitare la pasta, piuttosto poco riso molto cotto e sciacquato dell’amido. La dieta dei gatti infatti prevede una piccolissima percentuale di carboidrati perché la loro capacità di digerire gli amidi è molto ridotta. Quindi niente pasta o avanzi della nostra tavola al micio.
- La percentuale di ossa troppo alta
Una percentuale di ossa del 5 – 10% è sufficiente. MAI dare delle ossa cotte che diventano fragili, secche e si scheggiano.
-    Pesce crudo:  la carenza di tiamina (vitamina del gruppo B), di cui il gatto ha particolare necessità, può causare debolezza e sintomi nervosi, che nei casi più gravi possono portare addirittura alla morte.Il pesce crudo può contenere la tiaminasi che distrugge la vitamina B1. Per questo motivo non è consigliabile darlo più di 1 o 2 volte a settimana. Troppo pesce crudo come il tonno o il salmone possono causare un’infezione pericolosa.
-    Tonno in scatola: pensato per il consumo umano, può causare carenze alimentari in quanto non bilanciata e povera di sostanze nutritive utili (come sali minerali e vitamine)
-    Carne cruda : oltre che una dieta poco bilanciata  il micio rischia parassiti, intossicazioni e infezioni (meglio piuttosto scottarla appena)La percentuale di proteine nella carne cruda è comunque sempre più alta di quella che si può trovare nel cibo confezionato.
-    Fegato, reni e frattaglie: troppo poveri di calcio e troppo ricchi di fosforo e vitamina A.C’e il pericolo del sovra dosaggio della vitamina A. Non bisogna dare più del 3 – 5% di fegato.
- Olio di fegato di merluzzo
Non è consigliabile in quanto c’e il pericolo del sovra dosaggio di Vitamina A e D.
- Troppo tuorlo (cotto)
Può causare diarrea e c’e il pericolo del sovra dosaggio della vitamina A.
- Troppo albume (cotto)
Il bianco dell' uovo contiene un enzima che blocca nell'intestino l’assunzione di biotina, per questo motivo non bisogna darlo molto spesso.

Ricordatevi che I gatti non si possono far stare a digiuno come i cani, perché il loro metabolismo è fatto per assumere più pasti in un giorno.
Infatti Il gatto ama fare pasti piccoli e frequenti, circa 10-20 al giorno; questo rispecchia l’attività predatoria del gatto selvatico, che uccide e consuma piccole prede più volte al giorno.

Per i gatti che non hanno problemi di soprappeso e in quelli in crescita è possibile lasciare loro il cibo sempre a disposizione, in particolare se è del tipo secco. Un gatto sano e attivo sa regolarsi autonomamente e mangia la quantità di alimento utile a soddisfare le sue necessità caloriche, e non di più.
Se il cibo viene lasciato a disposizione l’alimentazione resta costante, con piccoli pasti consumati in maniera casuale nell'arco della giornata.

Per i gatti d'appartamento può essere invece necessario razionare l’alimento per evitare problemi di obesità. In tal caso la quota totale giornaliera può essere divisa in 5-6 piccoli pasti. È importante seguire una routine, lasciando il cibo a disposizione a orari fissi, senza mai cedere alle richieste. Il gatto impara rapidamente gli orari dei pasti, evitando di mendicare in modo incessante.

I fattori che influenzano il gatto nella percezione dei sapori sono: odore, sapore, consistenza e temperatura del cibo.
Un odore forte ed invitante è sufficiente a incoraggiare il gatto a consumare un alimento.
La temperatura del cibo da preferire è quella tiepida, intorno ai 35° C, perché il calore aumenta il profumo del cibo e invoglia il vostro gatto a mangiare.
Evitate cibi freddi di frigorifero o troppo caldi.
Il senso del gusto in combinazione con il senso dell’olfatto determinano la percezione del sapore. I gatti hanno sulla lingua papille gustative poco sensibili al gusto dolce, ma molto sensibili ai gusti salato, acido e amaro, come ai componenti della carne.
Anche la consistenza dell’alimento influenza l’appetibilità. I gatti non sono in grado di masticare in modo efficace e riducono le dimensioni del cibo in pezzi che possano essere ingeriti.

Inoltre per I gatti è indispensabile ingerire fili d’erba. Questo perché inducono il vomito grazie all'azione meccanica dei fili d’erba sulla parete dello stomaco; in questo modo il gatto può liberarsi di sostanze indigeribili come il pelo.

Per i gatti d'appartamento il rischio più grande è che ingeriscano le foglie di piante in vaso, con il pericolo di avvelenarsi. Si può ovviare al problema lasciando a disposizione del gatto dell’erba coltivata, di cui si trovano i semi in vendita nei negozi specializzati.

Ultimo ma non meno importante riguarda l'acqua: i gatti bevono poco per natura e integrano una parte di acqua con il cibo umido ingerito.
Tuttavia lasciate sempre a disposizione una ciotola d'acqua fresca e pulita, l'importante è che sia o naturale (in bottiglia) o filtrata, perché il cloro presente nell'acqua del rubinetto non fa assolutamente bene ai nostri amici animali.

mercoledì 30 aprile 2014

Cibo casalingo per gatti con il Bimby


Da circa un anno ho portato a casa con me una gattina.
Premesso che sono nata e vissuta in campagna, i gatti di casa mia hanno sempre vissuto all'aperto e nutriti di avanzi e di ciò che cacciavano quotidianamente.
Naturalmente la società moderna ci ha portato una maggior consapevolezza e conoscenza delle abitudini dei nostri amici da compagnia e di conseguenza un maggior rispetto per la natura del nostro gatto.
Da qui il mio interesse per cibi sani, naturali e soprattutto appropriati ed equilibrati da poter somministrare alla mia bestiola.

Partiamo dal fatto che il gatto è un CARNIVORO.
Uccelli, topi, lucertole, pesce e insetti fanno parte di un’alimentazione di un gatto che vive in natura. Tutto l’organismo è regolato per questo.
Il gatto digerisce con difficoltà l’amido (riso, mais) a meno che non venga somministrato in piccole quantità e stracotto
La grande quantità di cereali rappresenta un gran problema per la digestione e il metabolismo, visto che l’organismo del gatto è quello di un carnivoro.L’intestino corto, il metabolismo e gli organi interni del gatto non sono in grado di digerire queste grosse quantità di carboidrati.
Conseguenza di questo suo metabolismo a base di carne, sono numerose peculiarità quali ad esempio l'assorbimento della vitamina A: nessun felino è in grado di produrre vitamina A a partire da carote, od altra fonte vegetale,
Al gatto basta dal 3 – 5% di componenti vegetali.
Possono trarre, al contrario di cani, alcune vitamine, aminoacidi e acidi grassi essenziali soltanto da sostanze animali.

Vorrei sottolineare l'aspetto carnivoro del nostro amico felino, in quanto ultimamente si possono trovare dei mangimi vegetariani sul mercato. Un mangime cosi non è assolutamente adatto per un carnivoro come il gatto.
Mentre i gruppi di pressione vegetariani vorrebbero un’alimentazione fatta di frutta e ortaggi per i loro gatti, lo stesso non è supportato dai medici,  dall’ American Society for the Prevention of Cruelty to Animals, da The Vegetarian Society of the United Kingdom, che ricordano come la carne sia un alimento irrinunciabile per la natura dei felini.
Di primo acchito, i gatti possono apparire in forma dopo una dieta vegetariana o vegana, ma nel tempo possono comparire dei deficit nutrizionali.

Per quanto mi riguarda ho deciso di integrare un'alimentazione industriale di alta qualità con un'alimentazione casalinga.

I vantaggi di un'alimentazione casalinga sono quello di sapere perfettamente cosa mangia il gatto, visto che lo si prepara personalmente, e il notevole risparmio di denaro.
Ci vuole tempo per cucinare tutto e tagliare tutto a pezzetti.
 Il cibo cotto si mantiene soltanto 2 giorni in frigo e al massimo per 3 mesi in congelatore.

Per quanto riguarda le proporzioni eccovi un breve riassunto sulle quantità di carne da adottare:
Carne – varie parti  (pollo, pesce, manzo, coniglio) 70%
Riso molto cotto 15%
Verdure verdi o carote (no cipolle, sono tossiche!) 10%
Olio d’oliva 5 %

Ho comprato per le mie due ricette del macinato di manzo, dei ritagli di pollo, fegatini e cuoricini di pollo.

Ricetta 1: MOUSSE DI POLLO CON FEGATINI
Mettete nel bimby la percentuale di carote: 10 sec, vel. turbo
Aggiungete l'olio, acqua e riso in proporzione 2/1: 30 min, vel. 1, varoma
Posizionate il Varoma con i ritagli di pollo adagiati sul vassoio.
Una volta cotto il riso aggiungete le frattaglie (fegatini e cuoricini 5%): 15 min, vel 1, 100°
Nel frattempo togliete il varoma, disossate i ritagli senza scartare la pelle.
Aggiungete la carne e la pelle nel boccale: 30 sec, vel 4.
Lasciate intiepidire e suddividete la mousse in vari contenitori che riporrete nel freezer.

Ricetta 2: BOCCONCINI DI MANZO
Inserite nel boccale la carota: 10 sec, vel turbo
Aggiungete l'olio, l'acqua e il riso nella proporzione 2/1 : 30 min, 100°, vel.1
Aggiungete la carne: 20 min, 100°, vel. 1
Terminata la cottura lasciate raffreddare e sporzionate nei vasetti.
Conservate nel freezer e scongelate al bisogno.

Per fornire una giusta percentuale di grassi sarebbe meglio utilizzare le parti grasse della carne stessa, e anche una certa percentuale di interiora.
Il fegato non dovrebbe superare il 5% della percentuale di carne in quanto troppo ricchi di fosforo e vitamina A; c’e il pericolo del sovra dosaggio della vitamina A.

Bisognerebbe in teoria aggiungere anche degli integratori minerali alla ricetta casalinga del gatto, ma sono uno dei più grandi pericoli nella dieta fai da te se non dosati correttamente. Le sostanze minerali sono infatti direttamente coinvolte nella formazione di cristalli e calcoli. I sovradosaggi possono essere molto pericolosi, come lo sono anche le carenze.
Per quanto uno si impegni e sia competente in materia non raggiungerà mai i livelli di equilibrio dietetico dei cibi industriali di qualità, e se proprio non ne sa nulla di dieta felina rischia a lungo termine di fare dei bei danni.

 Per questo motivo ho deciso di alternare cibi fatti in casa con alimenti industriali completi, che contengono la corretta percentuale di vitamine, minerali e proteine.

Un ultimo consiglio: conservate le pietanze in frigorifero, ma mai somministrare il cibo direttamente dal frigo al vostro micio, perché anche i cibi freddi possono creare seri problemi di salute a lungo andare; piuttosto scaldate appena appena la quantità desiderata nel microonde ( per intenderci, se toccate con un dito, il calore deve essere appena percepibile) oppure toglietela dal frigo mezz'oretta prima di servirla.

lunedì 5 marzo 2012

PASTA MADRE E MACCHINA DEL PANE

  • 5 mar 12


Nell'ultimo anno, dopo aver comprato la macchina del pane, mi sono dedicata sempre più appassionatamente alla panificazione.
Inizialmente ho usato ricette che utilizzavano il lievito di birra, successivamente ho sperimentato procedimenti che prevedevano l'uso della pasta madre (conosciuta anche come lievito madre o pasta acida).
Fare il pane con la pasta madre é stato assai arduo, bisogna superare i primi eventuali fallimenti e fare un po' di esperienza. L'importante é procedere per tentativi e non demoralizzarsi, proprio perché ci vuole tempo e pazienza.
Detto questo vorrei condividere con tutti voi la mia esperienza con la PM e i progressi che ho raggiunto raccogliendo informazioni da libri e web e adattandole alla macchina del pane, fino alla soddisfacente creazione del mio pane casalingo!
Per quanto riguarda la PM ne ho utilizzato una di 100 anni circa, che una mia amica mi ha gentilmente regalato, ma potete anche farla voi; se volete scriverò un altro post con il procedimento per ottenerla.
RICETTA
300g di acqua minerale naturale tiepida (meglio non utilizzare quella del rubinetto)
125g di Pasta Madre (PM)
1 cucchiaino di zucchero
1/2 bustina di lievito di birra (solo se la PM è molto giovane e avete paura di non raggiungere il risultato)
250g di farina 0
150g di farina di semola di grano duro
100g di farina di manitoba
2 cucchiaini di sale
1 cucchiaio di olio d'oliva
1) ALLA SERA
Rinfrescare la PM con lo stesso peso di farina 0 e la metà di peso di acqua: introdurre tutti gli ingredienti nel cestello e avviare il programma IMPASTO. (es. 100g PM + 100g farina 0 + 50g acqua)
Se la PM dovesse risultare troppo forte o acida fatele prima un bagno in 1l d'acqua a 21°con 2g di zucchero; lasciatela in ammollo per 30 min, dopo di che scolatela e procedete al punto 1).
2) ALLA MATTINA (dopo 12 h)
Riavviare il programma IMPASTO per 10 min e lasciare riposare per altre 6 h. Questa fase serve a distribuire i lievitini in modo uniforme e a spezzare meglio il glutine.
3) DOPO PRANZO
Prelevare la PM dal cestello, metterla in un contenitore di vetro e riporla in frigorifero; tenere da parte solo la dose necessaria alla panificazione.
Inserire tutti gli ingredienti nell'ordine stabilito nella ricetta.
Da questo momento fino alla cottura ultimata vi consiglio di NON aprire la macchina, per non rovinare il processo di lievitazione.
Avviare il programma IMPASTO per 30 min.
Lasciare riposare per 30 min.
Accendere il programma COTTURA per 1 min. (non di più!)
Lasciare riposare per 30 min.
Accendere il programma COTTURA per 1 min.
Lasciare riposare per 30 min.
TEMPO TOTALE 2h circa.
4) A questo punto l'impasto avrà quasi raddoppiato di volume; se ciò non fosse accaduto aspettare ulteriormente finché l'impasto non avrà riempito circa i 3/4 del cestello. Il tempo di lievitazione dipende sia dalla forza della PM, sia dalla temperatura: non abbiate fretta, possono volerci anche 4 h o più!
NON aspettare la lievitazione completa, agire prima che l'impasto si sgonfi! Infatti la lievitazione continuerà durante la cottura.
Avviare il programma COTTURA (1h)
Al termine il pane sarà molto soffice e avrà una bella crosta; se preferite una crosta più croccante RI-avviate il prog. cottura per altri 30 min.
5) Lasciare raffreddare il pane per una mezz'oretta facendolo traspirare anche sul fondo; successivamente avvolgerlo in uno strofinaccio pulito. I giorni seguenti conservarlo in un sacchetto di plastica (se non finisce prima...)
NOTA
La PM non si usa come il lievito di birra, funziona diversamente, ovvero lievita più lentamente e bisogna lavorarla e darle la forma
PRIMA della lievitazione; dopodiché infornare a metà lievitazione.
Un leggero retrogusto di acido rimane; per evitare che il sapore acido del pane sia eccessivo basta diminuire la quantità di PM usata. La dose giusta dovrebbe comunque essere al 30% rispetto al peso della farina. Un altro fattore che può rendere il pane troppo acido é aver allungato troppo i tempi dell'ultima lievitazione; il ciclo di base é composto da 3 stadi:
pasta acida + farina + acqua -> impasto lievitato -> tutta pasta acida
Appena l'impasto ha quasi raddoppiato di volume infornarlo e cuocerlo, proprio perché durante la cottura l'impasto finisce di lievitare; se si aspetta la completa lievitazione si rischia (quasi sicuramente) di cuocere la PM!
Buona panificazione a tutti!

sabato 11 giugno 2011

Nucleare: sì, no, boh!

  • 11 giu 11


Con una certa regolarità salta fuori la voglia di energia nucleare: 
risolverebbe il pericolo "blackout", renderebbe il paese meno dipendente da importazioni di petrolio e carbone, potrebbe far scendere il prezzo dell'elettricità, le centrali nucleari, se gestite in maniera corretta, non sono inquinanti e secondo alcuni addirittura meno pericolose delle grandi dighe.
Nella realtà sorgono tanti intoppi: dalla progettazione all'avvio di un nuovo impianto nucleare passano 7/8 anni, il tempo che ci vorrebbe per trovare un sito adatto e non contestato dagli abitanti resta un interrogativo. Quindi niente soluzione tempestiva dei problemi attuali. I costi di un nuovo impianto nucleare sono molto alti, per quello che sta sorgendo in Finlandia si parla di 3 miliardi di Euro. Molto costoso e completamente irrisolto il problema delle scorie. Cosa farne, dove metterli? Un nuovo decreto legge permette l'esportazione, ma gli altri paesi hanno gli stessi problemi e per legge non importano più scorie. Se, inoltre, si considerano i sussidi che hanno ricevuto le imprese per ricerca e sviluppo nel campo dell'energia nucleare, questa tecnologia è da considerare molto cara: nell'ultimo programma quadro per la 
ricerca europea, le nucleari hanno ricevuto più di 1,2 miliardi di euro, mentre le energie rinnovabili solo 390 milioni di euro. A questo ci sono da aggiungere i prestiti stanziati nel quadro del trattato Euratom, per un totale di 3,2 miliardi di euro dal 1977, fa i conti Greenpeace.  

Premesso che una centrale nucleare sfrutta la reazione di “fissione nucleare” possiamo affermare che i vantaggi pro atomo sono: 
  Emissioni di CO2 nulle. Le centrali nucleari non bruciano combustibili fossili e quindi non immettono nell’ambiente né anidride carbonica né ossido di azoto o di zolfo gas responsabili dell’effetto serra.Non hanno inoltre alcuna emissione di CO2 diretta in quanto in esse non avviene nessun fenomeno di combustione chimica anche se, nel suo complesso, la filiera di produzione dell'uranio e di smaltimento delle scorie determina una produzione di CO2 non del tutto trascurabile. 
   Miglioramento del bilancio energetico. Il nucleare riduce la dipendenza dal petrolio ed il bilancio di spesa dei pagamenti all’estero. Inoltre assicura una maggiore stabilità alla nostra economia mettendo al riparo da crisi internazionali (vedi controversia del gas tra Russia ed Ucraina). 

Gli svantaggi per l’impiego del nucleare possono riassumersi: 
   Elevati rischi in casi di incidenti. Le radiazioni sono in una centrale atomica il maggior rischio. Gli incidenti più gravi di cui si ha notizia sono: 
Kyshtym URSS 1957 in seguito allo scoppio di un bidone di rifiuti radioattivi furono esposti alle radiazioni 270.000 persone e non si hanno dati dei decessi per tumori e leucemie indotte. Sallafield Gran Bretagna 1957 incendio ad un reattore a plutonio con fuga di vapori e gas radioattivi sono stimati ufficialmente 300 morti per tumori e leucemie da contaminazione di radiazioni. Three Mile Island USA 1969 evacuate 3.500 persone. Chernobyl URSS 1986 fusione del nocciolo di un reattore nucleare. 30 persone morirono al momento dell’incidente. 2500 nel periodo immediatamente successivo per malattie tumorali. Non esistono stime ufficiali delle morti riconducibili, dall’86 ad oggi, a cause correlate all’incidente. 
  Scorie nucleari.La fissione nucleare produce infatti materiali altamente radioattivi, un residuo dei combustibili (Uranio e Plutonio) che resta attivo per milioni di anni. La radioattività delle scorie nucleari decade nel tempo, ma molto lentamente, e ad oggi non esiste nessun sistema per distruggerle o renderle inoffensive. Vanno stoccati perciò in appositi siti che possono essere depositi geologici od artificiali opportunamente costruiti. Detti siti sono comunque estremamente costosi sia per il loro progetto e costruzione sia per il loro mantenimento.Attualmente le scorie nucleari sono state chiuse in casse metalliche e riposte in bunker schermati infossati in luoghi desertici, ma questo non dà certezza, considerando i possibili sconvolgimenti sismici cui potrebbe essere soggetto il territorio. Altro sistema per risolvere il problema delle scorie nucleari è quello di riutilizzarle in altri tipi di reattori i quali a loro volta produrranno si altre scorie, ma con un decadimento della radioattività molto più rapido. Ancora nessun paese nel mondo è giunto ad un sistema di stoccaggio sicuro e definitivo per le scorie nucleari e questa è la causa primaria per cui molti paesi hanno interrotto la produzione di energia nucleare. A tutto ciò va aggiunto che un reattore nucleare ha una vita media di circa 30 anni dopodiché va smantellato e le sue parti contaminate vanno stoccate come le scorie.
Presidente della SOGIN è il generale Carlo Jean che, nel febbraio 2003, ha così quantificato i rifiuti radioattivi presenti in Italia: circa 50.000 metri cubi (mc) di scorie radioattive a bassa e media radioattività, circa 8.000 mc di scorie radioattive ad alta radioattività, 62 tonnellate di combustibile irraggiato, oltre a ospedali, acciaierie, impianti petrolchimici e così via che producono circa 500 tonnellate di rifiuti radioattivi ogni anno.. Attualmente tutte queste scorie radioattive si trovano in parte stoccate nelle vecchie centrali nucleari, in parte nei centri ENEA, in parte nell'impianto di riprocessamento di Sellafield (Scozia).
Dal 1989 in poi il cittadino italiano ha iniziato a pagare, attraverso un’addizionale sulle bollette Enel, i cosiddetti “oneri nucleari” destinati in un primo tempo a compensare l’Enel e le altre società collegate per le perdite conseguenti alla dismissione delle centrali. Dal 2001 fino al 2021 gli oneri sono stati destinati alla SOGIN e finalizzati alla messa in sicurezza degli 80.000 mc di scorie radioattive frutto dell’attività nucleare. Alla data del 2021 i cittadini avranno pagato attraverso addizionali sulla bolletta Enel la cifra astronomica di 11 miliardi di euro.
  Localizzazione delle centrali. La scelta dei siti dove costruire le centrali non è semplice ed incontra feroci e giuste resistenze delle comunità locali che difficilmente sono disposte a sacrificare il proprio territorio per la collettività. 
A tutto ciò va aggiunto che ad oggi sono attivi nel mondo 438 reattori nucleari che forniscono il 16% del fabbisogno mondiale di energia e che la Francia è l’unico paese che produce con l’atomo il 78% del suo consumo energetico (contro il 20% USA). Va ancora detto che nei paesi occidentali non è, da un po’ di 
anni, in costruzione alcuna centrale nucleare (unica eccezione è la Finlandia).
 Disponibilità delle risorse di Uranio, l’elemento combustibile dei reattori attualmente in funzione. Ad oggi undici nazioni, tra le quali Germania, Francia e Repubblica Ceca, hanno esaurito le loro riserve e 2.3 milioni di tonnellate (ton) di uranio sono già state consumate. La domanda mondiale di uranio è di circa 67 mila ton per anno mentre la produzione si attesta sulle 42 mila ton. Così 25 mila ton sono prelevate ogni anno dalle scorte secondarie accumulatesi prima del 1980, nei tempi in cui la produzione di uranio era stimolata dalla domanda militare. Per quanto l’entità precisa di queste scorte secondarie non sia nota, si stima con le dovute cautele che esse si esauriranno in una decina d’anni.Ma quanto uranio rimane in natura? La disponibilità concreta è legata al suo grado di concentrazione nella roccia da cui lo si estrae, ergo al suo costo di estrazione. Dunque, all’attuale tasso di consumo l’uranio effettivamente 
disponibile durerebbe circa 38 anni. Se si dovesse aumentare il numero di reattori in esercizio senza un’effettiva garanzia sui rifornimenti di combustibile si butterebbero soldi al vento. Si rischierebbe di ultimare i lavori di costruzione dei reattori e di lasciar poi i medesimi spenti e inutilizzati. 
Va inoltre ricordato che l’attività mineraria ha un alto impatto ambientale e, se si dovessero considerare i costi ambientali indotti dall’intero processo estrattivo, i reali costi finali sarebbero ben maggiori di quelli sopra citati. Nell’intero ciclo di preparazione dell’uranio, il processo dell’ arricchimento è particolarmente energivoro:l’energia necessaria è prodotta bruciando carbone e dunque il contributo all’emissione di gas serra è non trascurabile. In generale, la stessa attività di costruzione degli impianti, dei reattori e il loro decommissionamento finale richiede grandi quantità di cemento la cui produzione è notoriamente inquinante e produttrice di diossido di carbonio.
L’affermazione, spesso ripetuta, che l’energia nucleare è amica del clima è dunque oggettivamente falsa anche se, a tutt’oggi, un reattore nucleare inquina certo meno di una centrale a carbone.I reattori nucleari non aumenteranno a livello mondiale la loro capacità produttiva globale per motivi intrinseci legati alla reperibilità dell’uranio e per gli alti costi dell’intero ciclo produttivo.

Negli ultimi tempi abbiamo assistito ad un costante aumento del prezzo del petrolio e molti commentatori hanno sostenuto che, di fronte al progressivo esaurirsi delle risorse petrolifere, il ricorso all’energia nucleare è inevitabile. Il caso della Francia è, a questo proposito, illuminante in quanto essa produce il 78% dell’energia elettrica da fonte nucleare. Bene, la Francia è al contempo al dodicesimo posto nel mondo per consumo di petrolio e al sesto posto nel mondo per importazioni di petrolio. La Francia consuma e importa più petrolio dell’Italia che non produce un singolo chilowattora da nucleare. 
Nonostante tutta la sua energia nucleare, la Francia consuma ogni giorno una quantità di petrolio equivalente all’intera produzione irachena. La credenza che il nucleare permette di liberarsi dal petrolio è dunque oggettivamente falsa ed il motivo è ovvio: l’elettricità è solo una delle forme di energia possibili. Dalla fonte nucleare si produce energia elettrica ma il sistema dei trasporti è quasi interamente dipendente dalla fonte petrolifera. 
 Il trasporto di scorie e di materiale nucleare è uno degli aspetti più critici della questione "sicurezza". Durante il trasporto, oltre all'opposizione delle popolazioni che vedranno passare treni o navi con carichi radioattivi vicino alle proprie abitazioni, sussiste il rischio di incidenti e di attentati terroristici. In Francia, i treni speciali adibiti al trasporto di scorie nucleari sono scortati militarmente. L'itinerario del treno cambia in 
continuazione all'insaputa delle popolazioni residenti nei pressi delle ferrovie. Per questi motivi i depositi di scorie dovrebbero risiedere nei pressi delle centrali nucleari evitando in questo modo la necessità del 
trasporto delle scorie. 
  Il terrorismo. Il rischio che le centrali nucleari siano prese come obiettivi per atti di terrorismo o come bombe sporche è molto realistico. E' lecito e razionale preoccuparsi. Le nuove centrali nucleari dovranno includere questo aspetto fin dalla fase di progettazione.

Berlusconi ha firmato un accordo con Sarkozy per 4 centrali nucleari francesi costruite in Italia. Una follia in collaborazione con Enel. Saranno pronte fra 10 anni. La crisi energetica sta già scoppiando (solo la crisi economica ci sta dando una boccata d'aria. Non ci serve energia fra 10 anni, Ci serve ora.  
Innanzi tutto se si partisse immediatamente a costruirle entrerebbero in funzione nel 2019. Se ciò si avverasse sarebbe la prima volta in Italia che un’opera viene realizzata nel tempo previsto. Inoltre bisognerebbe calcolare che nei prossimi anni i prezzi di idrico e eolico continueranno a calare grazie 
alla massificazione dei sistemi di produzione e alle nuove tecnologie che stanno per arrivare sul mercato. E si calcola che tra 3-4 anni il solare dovrebbe diventare conveniente rispetto al nucleare anche senza finanziamenti pubblici. 

Sulla ricerca nel settore nucleare si è speso molto di più che su quella sulle fonti rinnovabili.Questi aiuti sono andati a scapito delle fonti rinnovabili, come il solare che nel paese del sole stenta a decollare. Lo stesso vale per l'eolico. Ambedue queste tecnologie hanno un loro impatto sull'ambiente, ma è un'impatto prevedibile, calcolabile e meno costoso del nucleare. Le fonti, sole e vento, sono inesauribili, investendo nella ricerca e migliorando le tecnologie si può aumentare la resa e diminuire l'impatto ambientale.
Nelle fonti rinnovabili idriche oltre ai fiumi non dimentichiamo il mare: correnti e maree ci sono sempre, quindi sono un grande sistema per produrre energia.
Esistono sistemi che accumulano energia sotto forma di acqua o altre sostanze bollenti, in modo da avere energia anche di notte. Esistono situazioni come il deserto del Sahara dove il sole è garantito (esistono ormai cavi a basse temperature con dispersioni bassissime.)
E le biomasse? Cacca umana e animale, spazzatura organica, scarti alimentari e agricoli possono alimentare produzione di gas combustibile e a cippato di legno (estrazione del gas da fibre legnose tramite alte temperature).
Sprechiamo l'80% dell'energia! Quindi non dobbiamo far fronte con le rinnovabili ai consumi attuali ma a consumi di molto ridotti anche calcolando i futuri bisogni dei paesi emergenti.
Nel 2009 abbiamo consumato circa 330.000 GWh di energia elettrica  con un incremento medio annuale di quasi il 2% negli ultimi vent’anni. Il 2% equivale a 6.600 GWh  che è l’energia fornita in un anno da una centrale nucleare di media potenza. Se volessimo soddisfare tutto il fabbisogno italiano di energia 
elettrica con centrali nucleari di potenza medio-alta, dovremmo costruirne una quarantina
. Ma il dato sorprendente è che ogni anno dovremmo costruire una centrale nucleare solo per compensare l’aumento dei consumi di quell’anno!


Naturalmente questi aspetti sono noti agli operatori del settore. Ma il costruire le centrali nucleari è, per alcuni, un business in sé. A prescindere dalla loro reale utilità economica e ambientale.

mercoledì 11 maggio 2011

11 maggio 2011: la bufala del web

  • Scritto il 11 maggio 2011



La catastrofe del Giappone ma anche i disordini in Africa stanno portando a galla i timori verso quella che è stata definita la fine del mondo.
Secondo profezie religiose basate sulla Bibbia il giorno del Giudizio universale dovrebbe essere il 21 maggio 2011 e secondo il sismologo faentino Raffaele Bendandi il giorno 11 maggio 2011 Roma dovrebbe essere scossa da un terremoto talmente potente da distruggere una delle sue istituzioni fondamentali: secondo chi segue queste idee, il terremoto di Roma sarebbe l'anticipo di ciò che accadrà il 21 maggio, giorno del Giudizio Universale.
Vi sono molto leggende che aleggiano intorno a questo luogo ed esiste anche una profezia, scritta dal Venerabile Beda nella quale si afferma che Roma vivrà finché il Colosseo sarà in piedi e quando questo crollerà Roma e il mondo intero crolleranno insieme ad esso.
Il Venerabile Beda era un monaco benedettino ordinato poi sacerdote; di lui si hanno ben poche notizie e si presume che sia nato intono all’anno mille. Egli era un seguace di San Benedetto Biscop e soprattutto un gran letterato che ha lasciato una vasta produzione di scritti. Era chiamato Venerabile da vivo anche se fu canonizzato solo nel 1899.
C'è poi la famosa teoria dei Maya secondo cui il 20 dicembre 2012 terminerà il “lungo Computo” del calendario e quindi dal giorno successivo, in pieno solstizio d’inverno, il Sole si troveràò allineato con il centro della Via Lattea dopo 26.000 anni causando lo scontro tra un pianeta misterioso e la Terra.
Un profeta russo, Basilio Cotterel, fa una previsione sconvolgente ed è quella che ci interessa più da vicino ed è connessa alla profezia dei Maya.
Il monaco Basilio prevede certamente la caduta di corpi celesti (meteoriti) e mentre parlando del Sole che cambierà direzione e che la “luan si perderà tra i monti” si riferisce ad uno sconvolgimento dovuto a un alterazione del piano dell’orbita terrestre. Ed a confermare questa interpretazione è quando parla del Mar Nero sugli Urali e del Mar caspio sulle alture del Volga perchè tutto sarà mutato. Dice Basilio che “dove un tempo regnava il ghiaccio ora regnerà il Sole” e ancora” che i frutti più gustosi saranno raccolti nella Santa Madre Russia mentre sulle coste settentrionali dell’Africa regenrà il ghiaccio”.

Si possono prevedere i terremoti? La domanda era già stata posta in occasione del sisma dell'Aquila, ma oggi torna di moda a causa di alcune previsioni. Raffaele Bendandi, detto anche l’uomo dei terremoti, diceva di essere in grado di prevedere le scosse sismiche.
Lo studioso attraverso il suo metodo, ha predetto una scossa di terremoto devastante per la città di Roma e aree limitrofe per il giorno 11 maggio 2011, e un altro sisma di dimensioni ancora più apocalittiche per tra il 5-6 aprile 2012, quando parecchie scosse di terremoto colpiranno a macchia di leopardo tutta la terra.
Se dobbiamo credere alle parole degli esperti purtroppo non c’è modo di anticipare i terremoti con certezza. Nessuna teoria attuale ne passata si è rivelata fondata, per ora un sisma rimane imprevedibile nella sua drammaticità. Eppure qualche dato che fa pensare esiste.
Rimane un punto ineludibile: alcune previsioni si sono rivelate esatte. Questo significa che la teoria di Bendandi era corretta? Forse non del tutto, ma che il suo lavoro certosino e metodologico fosse prezioso lo rivelano molte sue ricerche.
Bendandi elaborò una sua propria teoria sulla natura dei terremoti e sulle cause che li determinano. I suoi studi e le sue previsioni non sono accettate dalla comunità scientifica, secondo i suoi sostenitori perché Bendandi fu un autodidatta e non pubblicò mai una esposizione scientifica della sua teoria.
La sua ipotesi per la previsione dei terremoti (mai riconosciuta dalla comunità scientifica, anche perché egli non ne volle mai fornire un'esposizione formale) è basata sull'idea che la Luna, gli altri pianeti del sistema solare e lo stesso Sole siano la causa dei movimenti della crosta terrestre, che secondo la sua teoria effettivamente si deforma e pulsa con tempi e ritmi dipendenti dalla posizione dei corpi celesti all'interno del sistema solare.
Predisse i terremoti della Marsica (1915), delle Marche a Senigallia (1924), del Friuli (1976).
Paola Lagorio è presidente dell’Associazione “La Bendandiana” che custodisce tutti i manoscritti di Bendandi. Intervistata nella trasmissione Voyager afferma sdrammatizzando: «Nei documenti relativi al 2011 non si trova nessun riferimento a luoghi o date precise, come quelle riportate su Internet. Le notizie su un presunto terremoto previsto per l’11 maggio 2011 a Roma sono destituite di ogni fondamento… e poi Bendandi non poteva fare previsioni a così lungo termine…”.
Raffaele Bendandi ebbe in vita diversi riconoscimenti:
- fu eletto membro della Società Sismologia Italiana, della Accademia Torricelliana di Scienze e Lettere, e della Artis Templum;
- fu nominato da Giovanni Gronchi Cavaliere Ufficiale al Merito della Repubblica Italiana;
- Faenza gli ha dedicato una Scuola Media ( che conosciamo bene, vero ragazzi?).

Oggi l'associazione culturale faentina "Bendandiana", formata da fisici ed esperti nel campo, ha raccolto la sua eredità, e tenta di far chiarezza sulla gran mole di materiale lasciato da Bendandi.

Per quale motivo la previsione dell'11 maggio sia stata attribuita a Bendandi è presto detto: nelle sue carte ci sono sì quelle recanti la data 2011, ma sono segnate soltanto da numeri o considerazioni numeriche, in nessun caso si fa riferimento a luoghi e date precisate. Ci si è lasciati suggestionare da quella che a tutti gli effetti può essere considerata la bufala del web, che sebbene continui a circolare indisturbata e ad attecchire negli animi più impressionabili, non va assolutamente attribuita a Raffaele Bendandi.